Aprire la birra: modi curiosi adatti a una bottiglia

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Hai digitato “aprire birra”? Ecco allora un articolo adatto a te! Ti è mai capitato di avere una gran sete, di pregustare già una bevanda fresca che scende copiosa lungo il palato riarso e… di non sapere come aprire la birra? E allora ecco una carrellata di metodi – forse elaborati da disperati che si sono trovati senza un apribottiglie – che possano tornare utili in qualsiasi momento.

Datemi un leva… e solleverò il tappo

Tutto parte dall’utilizzo di uno “strumento” che fonda la sua azione sulla leva. In questo caso, il classico uso di una forchetta o di un cucchiaio sono decisamente metodi da considerarsi “tradizionali”. Ma, se non hai a disposizione questi strumenti potrai aguzzare l’ingegno e ricorre ad altri. Vediamo. Partiamo dall’uso dell’accendino.

Come usare l’accendino per aprire la birra

Tieni ben salda la bottiglia, posizionando il pollice volto all’insù sul tappo. Con le altre dita stringi il collo della bottiglia lasciando che il dito posto più in alto lasci lo spazio sufficiente a inserire l’accendino per fare leva tra la parte inferiore del tappo e il dito stesso. Stringendo con forza il collo della bottiglia fai leva tra falange del dito e nocca. Con un po’ di pratica, riuscirai con successo a far saltare il tappo, assicurarti la tua sorsata di “bionda” e, anche, il plauso da parte del pubblico presente.

Ma, sappi che esistono altri strumenti e metodi, ancora più sorprendenti, per ottenere lo stesso risultato.

Aprire birra: foglio di carta

Ad esempio, c’è chi riesce a stappare una bottiglia di birra perfino con un foglio di carta! Pare che basti ripiegarlo più volte, ottenendo un quadrato particolarmente resistente. Con questo spesso quadrato di carte è possibile fare leva tra i denti del tappo corona, allargandolo poco alla volta ma quanto basta per farlo saltare.

Aprire birra: chiavi o coltello

Poi, ci sono le possibilità offerte da una chiave di casa, o da un coltello. In quest’ultimo caso, basta appoggiare la lama di piatto sull’indice sinistro, facendo leva con il bordo non tagliente contro il tappo e, poco alla volta, allentare la chiusura zigrinata del tappo. E, fin qui, rimaniamo nella… normalità.

Aprire birra con le scarpe

Le cose diventano un po’ più complicate e fantasiose se vuoi cimentarti in un’apertura straordinaria utilizzando il tacco di una scarpa da donna. Col rischio di sollevare le ire della proprietaria perché, durante l’operazione, la scarpa potrebbe rovinarsi irrimediabilmente. E raccogliendo, come risultato, qualche danno fisico e la perdita del tuo obiettivo finale: la birra!

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Aprire birra: Ci sarebbero ben 99 modi…

Fino a qui abbiamo visto qualche pratico esempio di come fronteggiare questa emergenza. Ma sappi che esiste chi si è scientificamente messo a studiare l’argomento. Individuando ben 99 Modi di aprire la birra senza apribottiglie. Si tratta di un certo Brett Stern, che ha scritto un libro, così intitolato, affrontando quindi con decisione quello che comunemente, con una certa ironia, viene definito “l’incubo di ogni bevitore” 99 strumenti e metodi sono davvero tanti, ma Stern è stato davvero abile a rintracciarli tutti e metterli a disposizione dei… colleghi.

Aprire la birra: modi bizzarri

Tra le tantissime opzioni, Stern ha individuato prima di tutto quelli più conosciuti, come l’accendino, il coltello o la forchetta. Ma, quando si passa alla chiave inglese, per fare un esempio, le cose diventano più bizzarre e divertenti. Specialmente quando a fare da cavatappi entra in campo una pietra, usata come appoggio del tappo corona, da colpire poi con forza per farlo saltare. Con il libro di Stern si scopre anche come i carpentieri svizzeri riescano a stappare una bottiglia di birra utilizzando un righello.

E sembra che ci siano appassionati che non fanno altro che escogitare e sperimentare nuovi sistemi per riuscire in questo intento. Le modalità più strane e divertenti sono quelle legate ad attività di qualsiasi genere – dallo sport al bricolage fino ai lavori artigianali. In molti casi infatti, gli espedienti nascono dall’osservazione e dell’uso di strumenti di lavoro, oggetti di uso quotidiano, elettrodomestici, accessori per la casa o per la persona.

Vuoi qualche esempio? C’è chi riesce a stappare una bottiglia di birra aiutandosi con un telecomando tv, altri che sfruttano le risorse del loro skateboard, altri ancora che ricorrono a un cacciavite… Tutti questi sistemi, oltre ad essere sorprendentemente pratici sono, più che altro, buffi e curiosi.

Problema risolto: il tappo di sughero per aprire birra

A pensarci bene, però, questo problema si pone fino a un certo punto con le birre artigianali San Biagio. Le birre prodotte dal microbirrificio umbro – tutte non filtrate, non pastorizzate e rifermentate in bottiglia – sono infatti proposte in bottiglia champagnotta dotata di tappo di sughero. Beh, potrai sempre dire, ma se non avessi il cavatappi? La risposta è semplice: estrarre un tappo di sughero è più semplice di liberarsi di un tappo corona! E poi, dopo aver stappato la tua bottiglia, il piacere di una San Biagio è assicurato!

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Le nostre birre

A proposito, ecco un accenno al sorprendente assortimento San Biagio.

  • Monasta. Ispirata alla tradizione monastica, è una doppio malto ambrata con 7% di vol. alcolico, prodotta con alta fermentazione e rifermentazione in bottiglia. La sua ricetta è ricavata da quella tramandata nel Monastero di San Biagio.

  • Gaudens. Una Pilsener chiara da 5% vol.

  • Verbum. Birra chiara di frumento, da 5% vol.

  • Ambar. Una scura prodotta a bassa fermentazione. Viene preparata con una miscela di malti differenti che le donano un caratteristico colore scuro e la esaltano con un aroma di caffè tostato.

  • Patos. È la kriek di San Biagio, che deve il suo straordinario sapore alle Ciliegie di Vignola.

  • Apa. Presente in versione normale e Black, la Apa nasce dall’uso di luppoli americani come il Ciska e il Cascade.

  • Noel. È la birra stagionale per eccellenza, quella di Natale. La cui ricetta varia ogni anno, apportando nuovi stimoli e sapori.

Tutte le birre San Biagio nascono nell’osservanza delle tecniche e delle ricette che affondano le loro radici nella più antica tradizione monastica. Inoltre, devono le loro straordinarie caratteristiche non solo all’uso di ingredienti prodotti a km zero e biologici, ma anche alla preziosa quanto rinomata acqua di Nocera Umbra, nota fin dall’antichità per le sue doti salutari.

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